La Sicilia in zona rossa fino al 31 gennaio per fronteggiare l’impennata di contagi, con l’opzione di “chiudere elementari e prima media” se i dati non miglioreranno tra 15 giorni. Il provvedimento è stato illustrato questa mattina al PalaRegione di Catania dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e dagli assessori all’Economia Gaetano Armao, alla Salute Ruggero Razza e all’Istruzione Roberto Lagalla.
Zona rossa necessaria dopo Rt a 1,25
La zona rossa, ottenuta dal governo regionale a seguito della richiesta avanzata al ministro della Salute, è stata chiesta sulla base dei dati relativi alla costante e graduale crescita dei contagi: un indice Rt regionale che nel suo punto massimo segnava già 1,25 e i 2000 nuovi positivi al giorno hanno fatto valutare al Comitato tecnico scientifico e all’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute l’opportunità di anticipare di una settimana quello che quasi certamente si sarebbe verificato fra sette giorni. Anche i dati di contact tracing hanno suggerito l’adozione del provvedimento, posto che in genere la media regionale è oltre la soglia dei 50 positivi su 100mila abitanti e in molti casi addirittura sopra i 250/100mila (400/100mila a Messina).
Scuola, il perché della riapertura
E’ stato chiarito che l’apertura delle scuole fino alla prima media è in linea con lo screening avviato il 14 gennaio, che restituisce dati di positività molto bassi: la prima giornata di monitoraggio indica che su oltre 14mila test ci sono stati 48 positivi, per una percentuale dello 0,33 per cento, con un minimo ad Agrigento (0,086 per cento) e un massimo a Catania (0,6 per cento). Questa la fotografia dei soggetti che rientreranno a scuola lunedì. Chiarito anche che per bar e ristoranti valgono le stesse disposizioni del Dpcm emanato dal governo Conte.
Lagalla: “Nessuna incoerenza”
Sul fronte della scuola, l’assessore Lagalla ha replicato a chi ha parlato di incoerenza: “Abbiamo ricevuto tanti consensi, lavoriamo affinché la vita scolastica prosegua nel rispetto delle regole e nelle condizioni di sicurezza per docenti e studenti, in piena coerenza con l’ordinanza regionale 5/2021 e il Dpcm del 15 gennaio. A chi dice che abbiamo iniziato lo screening troppo tardi, dico che occorreva disporre campionamenti quasi in concomitanza del ritorno a scuola per fotografare la situazione attuale. Adesso abbiamo 15 giorni per verificare cosa succederà, ma siamo pronti a riammettere a scuola anche il 50 per cento degli studenti delle superiori. Grazie all’assessorato alle Infrastrutture è pronto un piano per potenziare i trasporti pubblici. Ci stiamo anche occupando di combattere la dispersione scolastica accentuata dalla Dad. Nei prossimi giorni presenterò al presidente Musumeci un piano complessivo di interventi per la resilienza in campo scolastico e per il ritorno alla conoscenza, confidando su una campagna vaccinale prioritaria per i docenti maggiormente esposti: sostegno, infanzia e quelli con fragilità particolari”.
Musumeci: “Decisione sofferta”
“La zona rossa– ha detto il presidente Musumeci – è stata una decisione sofferta e a lungo meditata. Applicheremo le restrizioni per due settimane, se i risultati non saranno soddisfacenti adotteremo ulteriori misure di restrizione e prorogheremo la zona rossa. Per quanto riguarda le scuole, se il dato non migliora chiuderò anche prima media ed elementari. Rinnovo l’appello a prefetti e sindaci a far rispettare le restrizioni.
Razza: “Proteggere sistema sanitario”
L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha precisato che la richiesta è nata con l’obiettivo di “proteggere il nostro sistema sanitario e produttivo e garantire una adeguata campagna vaccinale nelle prossime settimane. Obiettivo, evitare che se aumentino i contagi si sia costretti a convertire strutture sanitarie in reparti Covid: dobbiamo garantire le cure ordinarie a chi non è malato di Covid, non farlo sarebbe un errore. Ci dispiace, infine, avere dovuto sospendere la campagna vaccinale in alcune province per garantire i richiami, ma abbiamo fatto magazzino per garantire la seconda dose ai vaccinati, aspettiamo che lunedì il commissario Arcuri faccia chiarezza sulle forniture e che l’Ema “liberi” l’uso di altri vaccini che altri Paesi hanno già adottato”.