Lo sciopero di quattro ore dei lavoratori metalmeccanici, proclamato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm ha avuto un’altra adesione anche in Sicilia. Lo dice una nota della Cgil regionale che sottolinea “il pieno sostegno alla protesta dei metalmeccanici”. Presidi, sit-in e cortei si sono svolti in tutta l’Isola. Il manifatturiero, sottolinea la Cgil , ha registrato in Sicilia in questi anni un arretramento e oggi il lavoro nel comparto rappresenta appena il 9,3 per cento del dato complessivo dell’occupazione, meno della metà della media nazionale (elaborazione su dati Istat 2022).
Le aziende coinvolte dallo sciopero
Nell’isola hanno incrociato le braccia i lavoratori di Fincantieri, di Italtel, di Senital ed Enginering ( Palermo), della Metro e dell’indotto Versalis ( Ragusa), della Coem ( Siracusa), di Ergo meccanica, Acciaierie Duferco, Sicilservice, lamael impianti (Ragusa). Sciopero nelle principali aziende di tutte le province. In tutto il territorio, in generale, hanno incrociato le braccia i metalmeccanici dell’indotto delle grandi aziende 8 Eni, A2A, ecc.) e le piccole e medie imprese. Secondo la segretaria confederale della Cgil regionale, Gabriella Messina “la Sicilia ha tante ragioni per protestare e rivendicare politiche dell’industria, delle filiere, investimenti, soluzioni per le crisi aperte, una transizione sostenibile anche dal punto di vista sociale. E questa protesta- aggiunge- è anche rivolta al governo regionale, che deve mettere in agenda le politiche dell’industria tenendo conto delle specifiche condizioni della nostra regione, dalle aree di crisi complessa, ai processi di transizione che devono procedere ed essere governati di pari passo per l’energia e per l’industria”. “Dare un futuro al settore manifatturiero – sostiene Messina- è importante ed è importante il rilancio dell’occupazione in questo importante comparto di cui una grande regione come la Sicilia non può fare a meno per il suo sviluppo”.