I collegamenti da e per la Sicilia con le isole minori rimangono un problema per la vicenda giudiziaria che riguarda la “Caronte e Tourist”. “Coerentemente con i nostri principi e i valori che abbiamo avuto più volte modo di enunciare, non commenteremo il pronunciamento del Tribunale competente, che sarà appellato nelle sedi opportune, dove confidiamo che le nostre ragioni verranno riconosciute”. La società “Caronte e Tourist” che serve in regime di monopolio i trasporti marittimi di numerose isole minori siciliane, reagisce così all’esito negativo dell’istanza presentata in tribunale dai legali della società volta ai dissequestro delle nove navi della compagnia, “fermate” in porto in due riprese, il 6 e a metà giugno su disposizione della procura di Palermo.
Violazione del bando di gara per “Caronte e Tourist”
Per sei delle nove navi fermate per violazione di alcune norme sul bando di gara su disposizione della Procura di Palermo è stata accordata la “Facoltà d’uso” nonostante il provvedimento di fermo giudiziario. Il Gip dei Tribunale di Messina, Maria Militello, alla quale i legali della compagnia avevano fatto istanza, ha accolto la richiesta avanzata dalla “Caronte e Tourist” e ha riattivato il servizio, ma con riserva. E difatti il braccio di ferro giudiziario tra i magistrati e i legali della compagnia era soltanto rinviato e adesso ha prodotto il rigetto da parte del Gip della richiesta di dissequestro di tutte le nove navi oggetto del provvedimento.
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Continuità territoriale non garantita
Nel bel pieno della stagione, si assiste al secondo round di questo match con le sette perle delle Eolie, le Egadi e Ustica finite nuovamente al centro di una disputa i cui contorni restano poco chiari e che rischia alla fine di abbattersi sull’economia di questi arcipelaghi e sulla continuità territoriale che lo Stato e la Regione sono obbligate per legge a garantire. La “Caronte e Tourist” che preannuncia già da subito appello in Cassazione al nuovo provvedimento, in attesa di conoscere le motivazioni alla base del ricorso respinto, ha deciso di aprire un altro “tavolo” di scontro e convocato il Cda ha deciso di rescindere tutti i contratti con la Regione e procedere a garantire i collegamenti con le isole, ma in regime di libero mercato, senza percepire un solo contributo dalla Regione.
Contratto con la Regione saltato
La compagnia ha comunicato alla Regione la “risoluzione, per impossibilità sopravvenuta, dei contratti. Ciò in quanto il sequestro per l’asserita inidoneità delle navi al trasporto di persone a mobilità ridotta (da noi fermamente contestata) ha determinato la contemporanea indisponibilità di ben tre navi, la Bridge, la Ulisse e la Caronte, che rende materialmente impossibile la prosecuzione del rapporto contrattuale e una non più sostenibile condizione di incertezza giuridica“. Il passaggio è molto delicato perché in questo modo la società che adesso dovrà affrontare la stagione più “calda” in tutti i sensi dell’estate si accinge a comunicare di non essere più in grado di garantire il servizio che era stato previsto nel bando vinto ne 2016. E difatti in una nota rende noto che “La responsabilità sociale della quale ci sentiamo gravati ci induce tuttavia ad impegnarci per attivare contestualmente – nelle quantità e nelle modalità che ci consentirà la considerevole riduzione delle navi disponibili determinata dal sequestro – corse marittime per le Isole Eolie le Egadi e Ustica, le cui coordinate organizzative saranno rese note appena possibile, al fine di non penalizzare in maniera troppo traumatica e soprattutto a stagione abbondantemente iniziata le comunità locali…”.
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Chi ne paga le conseguenze
La Caronte non dice chiaramente a cosa porterà la decisione di procedere in regime di libero mercato. Gli uffici della società marittima si limitano a dire che i legali stanno studiando tutte le carte e che comunque questo nuovo regime scatterà a partire da fine settembre, a stagione balneare ultimata. Ma le spiegazioni sono diverse. In primis in questo nuovo “modus operandis”, la compagnia nel prossimo round giudiziario chiederà il dissequestro in toto di tutte le nove navi e soprattutto delle tre navi denominate “zattere”, la Bridge, la Ulisse e la Caronte, che in termini di posti lineari valgono quasi 400 metri al giorno che sono venuti a mancare. Attualmente per fare un calcolo approssimativo alle Eolie l’assenza della Brdge e della Ulisse sta comportando una mancanza di quasi 300 metri lineari e carenze di posti nelle navi di linea, ma soprattutto sta creando grossi problemi per il trasporto commerciale, a partire da quello dei carburanti, con la minaccia dei gestori del servizio che chiedono maggiori garanzie per la navigazione della autocisterne, pena da revisione di tutto il servizio.
Potrebbe aumentare il costo del biglietto
In secondo luogo questa decisione di procedere in libero mercato potrebbe portare a un aumento dei costi di taluni trasporti. Ad esempio in assenza di contributo regionale il trasporto delle autocisterne di benzina e gasolio, che viaggiano in un regime speciale, potrebbe raggiungere livelli a dir poco proibitivi con la conseguenza di far schizzare in alto il costo alla pompa dei carburanti che già oggi sulle isole sono a livelli proibitivi. Infine c’è il nodo delle garanzie previste per i residenti ai quali viene applicato uno sconto sui mezzi di linea che poi viene rimborsato alla società dalla Regione. In assenza di accordo e in regime di libero mercato i biglietti per i residenti saranno garantiti alla tariffa attuale oppure verranno modificati?
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Proteste in corso
Le proteste per quello che potrà causare quest’ultima decisione presa dalla compagnia non si sono fatte attendere. Tra i primi a chiedere chiarezza il presidente di Federalberghi isole minori Cristhian Del Bono che in una nota ha lanciato un appello al governatore Schifani e all’assessore ai Trasporti Aricò affinché i “decisori politici e istituzionali offrino risposte definitive e durature”. Il presidente della Regione, Renato Schifani ha spiegato che a giorni convocherà la compagnia per avere garanzie su tutti i punti sollevati. Ma ancora di questa convocazione non c’è l’ombra. Appare chiaro che in assenza di novità la Regione sarà costretta a bandire una nuova gara aperta a tutte le società marittime per superare l’impasse che si è venuto a creare.
Una vicenda che parte dal 2016
Lo scontro tra la Caronte e i magistrati parte da lontano, sin dalla gara d’appalto per il servizio trasporto isole minori, bandita nel 2016 aggiudicata alla “Caronte & tourist” e tuttora vigente anche in regime di proroga. Dietro le quinte la compagnia si difende affermando di aver osservato tutte le norme relative al trasporto sulle proprie navi di persone affette da disabilità. La Procura partendo da questo punto sosterrebbe al contrario che la Compagnia, all’epoca dell’assegnazione della gara, non avrebbe denunciato che diverse navi non erano dotate di strutture idonee al trasporto e all’assistenza di persone con disabilità. La Caronte, al contrario, sosterrebbe che tutto il bandolo della questione trae origine da una interpretazione diversa delle norme allora in vigore in cui si parlava espressamente di confort nel trasporto delle persone a mobilità ridotta e infatti tutte le navi avevano provveduto a fare lavori di adeguamento.
Flotta praticamente azzerata
Ciononostante le divergenze non sarebbero state superate a tal punto che la Procura adesso sosterrebbe che non solo le navi non sono state adeguate, ma poiché i traghetti non erano già a norma al momento dell’aggiudicazione della gara, i 29 milioni che sono stati già versati dalla Regione alla Caronte devono essere restituiti all’ente appaltante. Visto che la compagnia non ha dato atto al provvedimento la Procura ha sequestrato le navi per un totale di valore di 29 milioni, di fatto azzerando quasi l’intera flotta.
Da qui il braccio di ferro che rischia davvero di mandare a fondo ben 8 isole minori, con tutte le conseguenze del caso e i paradossi di un provvedimento che giunge a destinazione a distanza di 7 anni dall’aggiudicazione della gara.