Sicilia, nel 2022 lavoro in crescita del 2%. Ma il livello pre-Covid resta lontano

Per la Sicilia il 2022 non è stato l’anno del ritorno alla normalità dopo la pandemia. Non del tutto, almeno, visto che l’aumento netto di 16.300 posti di lavoro(saldo tra nuove assunzioni e cessazioni) rappresenta unpasso avantirispetto al biennio 2020-2021 ma restadistante dai livelli del 2019,quando l’aumento netto era stato diben 45.500 posti.A dirlo è il rapporto annuale sull’economia della Sicilia realizzato dallaBanca d’Italia.In termini assoluti, lacrescita dell’occupazionenell’Isola rispetto all’anno precedente è stata deldue per cento,dato più basso di quello delMezzogiorno (2,5 per cento)e delPaese (2,4 per cento).L’andamento delle assunzioni ha mostrato una frenata nel corso dell’anno, che ha compromesso il risultato finale. Secondo i tecnici di palazzo Koch, “la crescita si è concentrata prevalentemente nella prima parte del 2022”, e complessivamente “il livello occupazionale è risultatoinferiore a quello del 2019 di circa 4.500 unità“. A pesare in modo particolare, sottolinea Banca d’Italia, “ilmancato recupero della componente femminile“. Leggi anche –L’economia in Sicilia resiste alla crisi: più 3,7% nel 2022. Il report Banca d’Italia Il report scende nel dettaglio delle diverse categorie produttive. “A fronte di unariduzione dell’occupazione nell’agricolturae di una sostanziale stabilità nell’industria in senso stretto, il contributo maggiore alla crescita è pervenuto dacommercio, alberghi e ristorantie dalle altre attività dei servizi”. Insomma il settore primario soffre, il secondario regge mentre il terziario “spinge” la ripresa. La situazione migliora, ma come dettoil saldo rispetto al 2019 è negativo.Infatti “il numero degli occupati rimane più contenuto rispetto a quello pre-pandemico in tutti i settori”, con l’unica eccezione delle costruzioni, “la cui quota di addetti sul totale è passatadal cinque per cento del 2019 al 7,5 per cento“. A incidere su questo dato sono i diversi bonus edilizi, ma non sono da escludere “gli effetti dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Banca d’Italia ricorda che “al settore delle costruzioni in Sicilia sono stati assegnati 4,5 miliardi, il 10,4 per cento del totale nazionale“, investimento che potrebbe portare “un aumento dell’occupazione fino a quasi novemila lavoratori nel 2025”. Leggi anche –Sicilia, nel 2022 redditi più alti, anzi no: l’inflazione si mangia tutto L’aumento dell’occupazione ha portato al miglioramento di diversi indici. Iltasso di attività,cioè il rapporto tra forza lavoro e popolazione di riferimento, è salito al51,2 per cento (più 0,5 per cento).Iltasso di disoccupazione,cioè il rapporto tra disoccupati e forza lavoro, è sceso al16,6 per cento (meno 2,1 per cento).Altro dato significativo, per Banca d’Italia, è la diminuzione degli ammortizzatori sociali. “Nel 2022 ilnumero di ore autorizzate per Cassa integrazione guadagni (Cig) e fondi di solidarietà, pari a quasi 19 milioni, è calato di oltre i quattro quintirispetto all’anno precedente rimanendo tuttavia su livelli doppi rispetto a quelli osservati mediamente nel biennio 2018-19″. Nel dettaglio, “le ore di Cig autorizzate sono state pari a13,6 milionie quasi i tre quinti sono da riferirsi a trattamenti straordinari”. Di questi, la parte maggiore riguarda “ilcomparto dei trasporti e comunicazioni(poco più di un quarto) e ilcommercio al dettaglio(meno di un quinto)”. Ancora una volta, i dati confermano che il miglioramento delle performance registrato lo scorso annonon è bastato per tornare alla normalità. Leggi anche –Famiglie siciliane e lavoro: poche ore, paghe misere e contratti atipici L’auspicio è quello di centrare l’obiettivo nel 2023, e secondo Banca d’Italia le premesse ci sarebbero. “Nei primi quattro mesi del 2023 sono stati creati quasi 24mila posti,al netto delle cessazioni, un valore superiore rispetto allo stesso periodo del 2022″, si legge infatti nel report. La crescita è dovuta soprattutto ai contratti a termine, “e in particolare alsettore turisticoin connessione con laripresa stagionale del comparto“. Di particolare importanza per mantenere la tendenza negli altri mesi, secondo i tecnici, sono lepolitiche attive del lavoro.Anche in questo caso un ruolo centrale è giocato dal Pnrr. Banca d’Italia ricorda che “nel 2022 ha preso avvio l’attuazione delProgramma Garanzia di accusabilità dei lavoratori (Gol),un nuovo piano di politiche attive del lavoro previsto dal Piano”. Le risorse sul tavolo sono importanti. “Lostanziamento per l’Italia per il quinquennio 2021/25 è di 4,4 miliardi di euro, e l’obiettivo è di coinvolgeretre milioni di personein specifici percorsi di inserimento lavorativo”.