Spopolamento, un’emergenza nelle aree interne della Sicilia

Spopolamento:un’emergenzanelle aree interne della Sicilia. PerCgil“se non si attiva tutta la tastiera degli strumenti dellosviluppo, da quelli dedicati  a quelli generalidell’infrastrutturazione sociale e materiale e dello sviluppo produttivo, l’abbandono di interi territori rischia di diventare unfenomeno irreversibile“. Lo ha detto il segretario generale dellaCgil Sicilia, AlfioMannino. Ha concluso aTroina, in provincia di Enna, un dibattito organizzato dalla Cgil regionale e di Enna  e dalla Flc Sicilia. I temi:giovani, istruzione e costruzione di opportunità che consentano loro di restare nella propria terra e di non essere obbligati a lasciarla. Tanti gli interventi, di giovani, di studenti, di docenti e di rappresentanti di associazioni. In videoconferenza è anche intervenuto il deputato regionale FabioVenezia. Ad aprire i lavori il sindaco di Troina, AlfioGiachino. L’iniziativa si inscrive nell’ambito dellacampagnache porterà allamanifestazione nazionale del7 ottobre, organizzata dalla Cgil e da varie associazioni per chiedere l’attuazione dei principi costituzionali, a partire da quel diritto al lavoro che, inSiciliasoprattutto, non viene garantito. PerchéTroina? “Perché per posizione – a parlare è AntonioMalaguarnera, segretario generale della Cgil di Enna- è una sorta di emblema delle zone interne in una provincia che, secondo i datiEurostatnel 2021, ha avuto un calo di popolazione del9,6 per cento, preceduta con il 7,8 per cento daCaltanissetta“. Sono movimenti demografici che hanno le caratteristiche dell’esodo di massae che accomunano molte areedell’entroterrasiculo. In Sicilia negli ultimi dieci anni la popolazione residente  è calata di310.219 unità, ha rilevato il segretario generale della Flc Cgil  Sicilia, AdrianoRizza. C’è la denatalità ma anche l’emigrazione, fenomeno che vede l’Isola  alterzoposto nella classifica generale delle 20 regioni italiane. “Ad andarsene sono soprattutto igiovani, seguiti poi dalle famiglie”, ha rilevatoMalaguarnera, aprendo il dibattito di Troina. Un esempio plastico della situazione – ha aggiunto – il comune diAssoro, dove nella parte alta un intero quartiere è ormai abbandonato, un quartiere fantasma dove si vede solo qualche gatto per strada”.  Ci abitavano  negli anni passati oltremillepersone. Questa situazione di progressivo ‘svuotamento’ nell’area riguarda un po’ tutti i comuni “di una provincia – ha affermato Malaguarnera – dove si registra un tasso didisoccupazionedel 40 per cento, l’industrializzazione èfallitase si escludono ad oggi piccole realtà che funzionano, i servizi fondamentali sonocarenti“. “Siamo qui – ha detto AdrianoRizza– per segnalare  il nostro impegno  per costruire unfuturo possibileper i giovani e per tutti restando nella propria terra, consapevoli di una situazione difficile, che rischia di aggravarsi con provvedimenti come l’autonomia differenziatache avrà ricadute devastanti sull’istruzione ma anche sulla sanità, quindi su diritti fondamentali”. “In una regione dove ladispersione scolasticaha una media doppia rispetto a quella nazionale con punte del 25 per cento – ha aggiuntoRizza– il governo sceglie di chiudere  102 scuole. Una decisionescelleratache inciderà pesantemente nelle aree interne su un popolo martoriato da mille difficoltà”. Sul banco degli imputati laCgilmette il governo regionale “che – ha dettoMannino–  tace di fronte a misure capestro come l’autonomia differenziata o come l’accentramento presso la presidenza del Consiglio delleZes (Zone economiche speciali), che colDecreto Suddiventa una per tutto il Mezzogiorno, perdendo per strada le specificità. Inoltre ilgovernonazionale che scippa risorse alSud– ha rilevato il segretario dellaCgil– e non ha una strategia di sviluppo del Mezzogiorno”. Tra le misureesistenti, di fatto leSnai(Strategia nazionale aree interne) sono in forte ritardo d’attuazione.Troinaè capofila di una progettazione che coinvolge 14 comuni e che sarà presentata il 30 settembre. “In circaotto anni– ha affermatoMannino– dei cinque milioni di euro stanziati per le cinque Snai ne sono stati spesipoche centinaia. Le misure sono sostanzialmente al palo. È una strumentazione da rilanciare – ha sottolineato – ma contemporaneamente  ci vogliono unasanità pubblicache funzioni, le scuole, politiche di sviluppo coerenti con levocazioni territorialie al passo con i tempi”. Occorre sconfiggere “la rassegnazione che fa da corollario a tanti mancati investimenti – èMalaguarneraancora a parlare – a tanti progetti non andati in porto, a tante opportunità perdute. E per questo ci vuole unaclasse dirigente all’altezza“. Per  tutto questo laCgilè in campo “con un’iniziativa di mobilitazione che punta al massimocoinvolgimento– ha concluso Mannino- e che non si fermerà il7 ottobre“.