Un investimento da 730 milioni di euro sul carburo di silicio (Sic), che porterà 700 posti di lavoro diretti in quattro anni con un impatto occupazionale importante anche per l’indotto. E la prospettiva di un investimento ancora più consistente, per la costruzione di un impianto di silicio a 12 pollici, da finanziare attraverso il “Chips Act” dell’Unione europea, dal valore complessivo di 42 miliardi. Angelo Mazzeo, segretario regionale e provinciale di Ugl Metalmeccanici, spiega a FocuSicilia le prospettive dello stabilimento di St Microelectronics di Catania. Per quanto riguarda la linea Sic, “Catania ha vinto la concorrenza di nazioni importanti, come la Francia e Singapore, che si erano candidate per ospitare l’impianto”. Un riconoscimento importante per lo stabilimento etneo, visto che “la tecnologia del carburo di silicio è stata pensata proprio qui negli anni Duemila, con le prime sperimentazioni sui substrati che poi hanno permesso di realizzare la nuova linea”.
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I dettagli della linea “Sic”
Le assunzioni per il nuovo impianto cominceranno tra pochi giorni, a gennaio 2023. “L’azienda si è posta l’obiettivo del 2027 per completarle, ma secondo la mia esperienza si potrebbero realizzare nel giro di due anni”, precisa Mazzeo. Come detto, il nuovo stabilimento avrà un impatto occupazionale notevole per l’hinterland etneo. “L’impianto andrà prima costruito e poi dotato di servizi, dalla mensa alle pulizie, fino alla sicurezza”. Fondamentale, per la riuscita dell’operazione, l’individuazione di un’area da parte del Comune di Catania. “Il terreno, che copre 180 ettari, è stato trovato in soli 41 giorni. Bisogna dare atto all’amministrazione Pogliese di aver colto l’importanza dell’investimento e di aver lavorato per concretizzarlo”. Al contempo “restano le criticità legate alla zona industriale, che produce il 15 per cento del Pil regionale e dà lavoro a circa 20 mila persone, ma ha bisogno di seri interventi di manutenzione”.
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Il “sogno” dell’impianto 12 pollici
Catania avrebbe le caratteristiche per attrarre investimenti ancora più consistenti, osserva Mazzeo. “Si tratta di una delle poche città in cui la Zona industriale, con il suo patrimonio di professionalità e competenze, è collegata a un porto e un aeroporto internazionale”. Anche per questo, lo stabilimento etneo di St ha la “legittima ambizione” di ospitare una linea di produzione di silicio a 12 pollici. “Questa tecnologia dà la possibilità di realizzare più dispositivi elettronici a parità di costi, e darebbe lavoro a circa duemila persone”, spiega il segretario. L’investimento sarebbe molto consistente. “Parliamo di circa quattro miliardi e mezzo, che però potrebbero essere finanziati anche attraverso il ‘Chips Act’, il programma messo in campo dall’Europa per contrastare lo strapotere di Cina e India sulla microelettronica”. Per Mazzeo Catania “avrebbe tutti i titoli per partecipare, e siamo sicuri che da parte del Governo ci sia la volontà di attrarre questi fondi”.
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I benefici per i dipendenti
Per lo stabilimento etneo, si tratterebbe di un “risarcimento” per un’occasione persa nel passato. “Negli anni Duemila la crisi fermò un importante progetto sul silicio a 12 pollici, da realizzare nell’impianto M6, dove oggi sorge Enel Green Power”, ricorda Mazzeo. In quel caso l’azienda scelse di dirottare le risorse sullo stabilimento di Agrate, in Lombardia, “ma oggi ci sono le condizioni per riproporlo a Catania, e speriamo che l’azienda possa muoversi in tal senso”. St Microelectronics, osserva il segretario di Ugl Metalmeccanici, vive un momento positivo. “Il fatturato cresce, e anche grazie al confronto con i sindacati sono stati messi in campo dei riconoscimenti per il personale, a partire dall’aumento fisso del tre per cento deciso nei mesi scorsi per i 47 mila dipendenti di tutte le sedi globali, e dunque anche i circa cinquemila dello stabilimento di Catania”.