Ventinove anni, catanese d’origine, laurea in Ingegneria gestionale a Parma, consulente aziendale per una importante società di revisione, ex nuotatore agonista. Armando Palma è uno dei co-founder di TipTheTrip, una piattaforma di “travel experience” che vuole rivoluzionare il mondo dell’organizzazione dei viaggi fai da te. L’ha progettata insieme ad altri due ingegneri, come lui di matrice siciliana. L’amore per la nostra terra e l’intuizione di creare una rete di Ambassadors locali sono gli ingredienti della business idea del progetto che presto diventerà una start up
Cosa l’ha spinta, da catanese, a studiare e lavorare fuori dalla Sicilia?
Il motivo principale è stato familiare, in quanto con tutta la mia famiglia ci siamo trasferiti a Parma nell’anno del mio diploma. Da lì è iniziato un percorso che mi ha prima portato in Lituania (Erasmus) e poi a Madrid, dove ho lavorato per una multinazionale americana.
La sua attività di consulente aziendale è stata determinante per maturata la business idea a base del progetto?
Penso che le idee di business più valide nascano sempre da un’esigenza, non vengono cioè costruite a tavolino. Il team, attualmente, è composto da tre giovani con una storia simile: aver cercato lavoro o opportunità al di fuori del nostro territorio di origine. L’amore per la nostra terra – unita a una forte passione verso i viaggi, ci hanno fatto riflettere e ci hanno permesso di dare vita a TipTheTrip.
Presentiamo adesso TipTheTrip. Qual è il suo modello di business?
TipTheTrip è un progetto che ha come perno una piattaforma virtuale di “travel experience”, che permette ai viaggiatori (travelers) di vivere delle esperienze autentiche – o per meglio dire non convenzionali. Il nostro motto è: “Scopri i luoghi d’Italia con i consigli di chi li vive da sempre”. Il business model si basa su un’esigenza comune a molti viaggiatori, quella di reperire informazioni utili e affidabili sui luoghi da visitare.
In che modo funziona?
Chiunque intende organizzare un viaggio di qualsiasi entità, durata, forma, ed è in cerca di consigli in autentici e locali, può accedere alla piattaforma www.tipthetrip.com. Basta inserire la provincia che si vuole visitare, scegliere un Ambassador di quel territorio – cioè un locale che ha deciso di sposare il progetto e valorizzare la sua terra – in base ai propri interessi e con un semplice click si mette in contatto con lui/lei. Il servizio è completamente gratuito, in quanto il nostro obiettivo è creare una community aperta, che permetta a chiunque di viaggiare in tutta Italia entrando in contatto con persone del luogo, in maniera veloce e semplice.
Come svilupperete ulteriormente la piattaforma?
Guardando al futuro, tra le implementazioni della piattaforma che stiamo prevedendo proporremo la possibilità a chiunque gestisca un’attività legata al mondo turistico e/o eno-gastronomico di sfruttare le potenzialità del progetto e della community a esso legato.
Qual è il criterio in base al quale selezionate gli ambassadors nei vari territori?
Attualmente la nostra idea è di mantenere la piattaforma “open” – non ci sono cioè vincoli per diventare Ambassador, se non l’amore per la propria terra e il desiderio di valorizzarla. Dalla nascita della piattaforma (Luglio 2020) abbiamo più di 65 Ambassadors registrati in maniera del tutto spontanea. Si tratta per lo più di ragazzi della nostra età. Per gli Ambassadors al momento non è prevista una monetizzazione, su questo punto il progetto è sempre stato trasparente. Tuttavia, nel momento in cui riusciremo a strutturarci meglio e a beneficiare di qualche supporto economico – siamo ancora in fase di validazione della nostra idea – prevediamo sicuramente una forma di reward per loro.
Il team da chi è composto e con quali ruoli?
Al momento il team è molto snello. Siamo infatti tre giovani ingegneri.
Oltre me, c’è Sergio Tarquinio – un siciliano/romano. Anche lui fondatore del progetto, è l’artista del team, cioè colui che traduce su carta le nostre idee e che mantiene i contatti con gli Ambassadors attraverso la piattaforma. Il terzo componente è Fabrizio Custorella – siciliano/torinese. E’ il nostro vulcano di idee, colui che con la sua energia e le sue suggestioni ha contribuito a dare quel boost di cui aveva bisogno il progetto.
Avete beneficiato di qualche programma di mentoring e coaching specializzato?
Siamo fieri di affermare che il progetto è interamente “fai da te”. TipTheTrip è stato ideato e sviluppato con le nostre energie e successivamente sviluppato grazie a due giovani professionisti (anch’essi catanesi), che tutt’ora ci supportano nelle implementazioni della piattaforma. I nostri background di studi, uniti alle competenze che abbiamo acquisito nelle precedenti esperienze professionali, ci hanno permesso di gestire in totale autonomia la nascita e lo sviluppo di TipTheTrip.
I prodromi di Tipthetrip stanno in un altro progetto che avevate sviluppato qualche anno fa, Enjoy my Sicily. In cosa consisteva?
Enjoy My Sicily nasce nel 2018 con l’obiettivo di supportare i turisti stranieri in Sicilia. Ci eravamo resi conto che c’era (e tutt’ora c’è) un grande gap tra turisti stranieri e servizi offerti dal territorio. Il nostro progetto mirava a colmare questo gap, fornendo supporto ai turisti attraverso le competenze dei Sicilians (assimilabili agli Ambassadors di TipTheTrip). Dopo pochi mesi, avevamo ricevuto diversi contatti da famiglie straniere che volevano visitare la Sicilia e a loro siamo riusciti a fornire supporto per pianificare le vacanze. TipTheTrip è invece un percorso del tutto autonomo rispetto a quello di Enjoy My Sicily, sviluppando l’idea di business dopo aver analizzato le criticità e i punti di forza del nostro primo progetto.
Qual è la road map di TipTheTrip? Prossimi passi?
Non ci siamo ancora costituiti come società, ma questo è uno dei prossimi obiettivi. In questi giorni abbiamo applicato allo “Smart Contact Tourism”, un bando del Mibact con Invitalia per supportare il turismo e il ritorno dei viaggi in sicurezza. Inoltre, abbiamo già in programma diverse implementazioni tra cui la nascita del blog di TipTheTrip, che permetterà agli Ambassadors di presentare i loro territori, parlando, descrivendo e raccontandoci luoghi autentici ed esperienze non convenzionali attraverso articoli e brevi interviste.
Come pensate di finanziarvi?
Fino ad ora abbiamo scelto di autofinanziarci, puntando sulla crescita graduale e ordinata del progetto e stando molto attenti ai feedback ricevuti dai fruitori e dagli Ambassadors. A questo punto, per poter dare uno sviluppo concreto al progetto e far conoscere questa realtà in tutto il territorio italiano (e non solo), siamo alla ricerca di un investitore – magari un business angel – amante dei viaggi e che abbia voglia di supportarci soprattutto nella divulgazione del nostro motto “Scopri i luoghi d’Italia con i consigli di chi li vive da sempre”.
Ultima domanda. Se il vostro progetto imprenditoriale dovesse andar bene, diventerete un concorrente di agenzie di viaggio e tour operator nell’incoming. Avete messo in conto la reazione di questa categoria professionale?
Assolutamente sì. Siamo convinti che le agenzie di viaggio e i tour operator debbano relazionarsi con un cambio radicale del modo di viaggiare in quanto, soprattutto le generazioni più giovani, tendono a organizzare viaggi senza tanti vincoli. Ciò di cui siamo convinti è che TipTheTrip non sia un concorrente, ma anzi possa essere un asset complementare a queste realtà, fungendo al contempo da volano per far conoscere tutti quei servizi offerti da tour operator in maniera semplice e veloce.
Non è una nuova idea esiste già da qualche anno, per turisti americani che vengono in Italia si chiama Prontopia. I Locals che aiutano i viaggiatori c’era già. Niente di nuovo. Non avrete copiato……
L’idea mi sembra di esemplare semplicita’ e potrebbe anche diventare efficace nell’applicazione pratica. Cogliendo pero’ anche i suggerimenti “ironici” del Presidente del Consiglio Draghi…non si potrebbe ridurre al minimo l’uso di vocaboli english nella presentazione del progetto? Ovvero …usare l’inglese et altre lingue internazionali per un pubblico mirato e il sacrosanto italiano per il pubblico nostrano. Non in questo caso ,ma spesso e’ difficile nei progetti innovativi se si parla di modalita’ d’investimento nei paesi in via di sviluppo o di produzione di formaggi artigianali in qualche valle remota del Piemonte !
Con spirito di sostegno,
Roberto Di Lernia