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Turismo culturale, un affare che vale 73 milioni di euro per la Sicilia

Una spesa di 93 euro medi contro 74 euro per gli acquisti di beni e servizi durante la vacanza. Questo è uno dei principali risultati che emerge dall’indagine realizzata da Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) 

Chi viaggia per motivi culturali spende sensibilmente di più al giorno del turista medio italiano: 93 euro medi contro 74 euro per gli acquisti di beni e servizi durante la vacanza. Questo è uno dei principali risultati che emerge dall’indagine realizzata da Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) per l’Osservatorio sull’Economia del turismo delle Camere di Commercio avente per oggetto il “Turismo culturale in vacanza in Italia nel 2022”. Secondo lo studio si tratta di un trend di spesa significativo, che supera anche i 70 euro registrati nel 2019 e che non è esclusivamente legato alla spirale inflazionistica in atto.

Come è distribuita la spesa media giornaliera

Tra le principali voci di spesa di questo cluster di turismo si segnalano: 26 euro presso ristoranti e pizzerie, 21 euro in attività ricreative (ad esempio esperienze e tour sul territorio), 13 euro in biglietti/card per musei e monumenti e 12 euro per l’acquisto di prodotti enogastronomici. Il turista dall’estero appare propenso ad una spesa leggermente superiore rispetto a quello italiano, sia a livello enogastronomico (28 euro in ristoranti e pizzerie) che culturale (14 euro in biglietti/card). Trasformando in termini percentuali queste voci di spesa emerge che il turista culturale spende il 36 per cento del suo budget giornaliero in ristoranti, il 29 per cento in attività ricreative, il 18 per cento per entrare in musei e parchi archeologici, poco più del 16 per cento per l’acquisto di prodotti enogastronomici. 

Cosa porta il turista culturale in Sicilia

Partendo dall’analisi dei dati Isnart abbiamo provato a stimare l’apporto del turista culturale in termini di ricaduta economica sul territorio siciliano. Per farlo siamo partiti dagli incassi dei musei e parchi archeologici siciliani nell’ultimo anno censito dalla Regione siciliana (assessorato regionale ai Beni culturali) il 2021. In quell’anno la Regione ha incassato dallo sbigliettamento nei luoghi della cultura poco più di 13 milioni e 100 mila euro. Se questi corrispondono al 18 per cento della spesa giornaliera (nelle quattro principali voci considerate da Isnart) del turista culturale, ne vien fuori che gli stessi hanno lasciato sul territorio quasi 73 milioni di euro di cui oltre 26 milioni per mangiare in ristoranti, 21 milioni in attività ricreative, poco meno di 12 milioni per l’acquisto di prodotti enogastronomici.

L’identikit del turista culturale

Secondo l’indagine Isnart il turista culturale non vuol fare una vacanza solo all’insegna della cultura, è interessato non solo alle città d’arte (che tanto avevano sofferto nel corso della pandemia), ma anche ai borghi interni del Paese, che consentono di coniugare perfettamente la dimensione culturale con quella del turismo all’aria aperta. E così il turista culturale assume un profilo trasversale: attento alla cultura, alla ricerca e all’apprezzamento del patrimonio storico-artistico e architettonico, senza però tralasciare “tesori” turistici d’altra forma da scoprire.
Il patrimonio culturale è oggi la seconda motivazione di vacanza in Italia, nel 2022, subito dopo quella naturalistica. A crescere è, inoltre, la voglia dei turisti culturali di visitare posti nuovi, fuori dalle “rotte tradizionali”: una grande occasione per la Sicilia che tra città d’arte, borghi, mare e montagne riesce a offrire al turista tutto quello che si può desiderare da una vacanza. I turisti culturali italiani appaiono più attratti dalla combinazione con le destinazioni naturalistiche (22,2 per cento). Più “curiosi” i turisti stranieri che sono guidati dalla voglia di novità (22 per cento), unita a quella di provare l’enogastronomia tipica locale (18,1 per cento). Una volta giunto a destinazione, il turista culturale si dedica naturalmente a visite in centri storici (35,3 per cento), monumenti (30,1 per cento), palazzi e castelli (28 per cento), musei (25,3 per cento) e siti archeologici (18 per cento). Ma il dato più interessante è quello che vede il turista culturale fare anche tante escursioni e gite nella natura (57,1 per cento), più del turista medio italiano (47 per cento). 

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