Zona industriale etnea, tavolo tecnico a settembre. ‘Burocrazia primo problema’
Iltavolo tecnico sulla zona industrialedi Catania si farà, ma la convocazione non arriverà prima disettembre. Quando la Regione potrà mettere sul piatto100 milioniper il rifinanziamento delfondo “Ripresa Sicilia”, gestito da Irfis e destinato alle imprese siciliane. È quanto ha annunciato il governatoreRenato Schifaninel corso dell’incontro odierno sulla Zona industriale etnea organizzato daConfindustria Catania. Rispondendo al presidenteAngelo Di Martino– che ha presentato uncorposodocumentocon le criticità dell’area produttiva e le richieste degli industriali – il presidente della Regione ha preso atto delle azioni necessarie per rilanciare la zona. Si va dallapulizia dei canaliagli interventi contro ildissesto idrogeologico,dalleinfrastruttureal sistema deitrasportiregionali. Senza trascurare leforniture idriche ed elettriche,che espongono le imprese dell’area a frequenti interruzioni nella produzione. Un ampio programma, che necessità di risorse ingenti. Secondo Schifanii soldi ci sono,“il tema è come realizzare gli interventi”. Leggi anche –Zes Sicilia orientale, “investiti già 55 milioni”. Gli industriali: rivedere le aree Per il padrone di casa Di Martino il problema fondamentale della zona industriale è laburocraziaasfissiante. “Quando si parla della gestione dell’area, magari in una situazione di emergenza,non si sa a chi rivolgersitra Comune, Provincia, Regione, Irsap”, ha detto l’imprenditore. Dicendosi fiducioso sull’impegno delle amministrazioni, “con cui ci aggiorneremo a settembre”, e sottolineando il volume degliinvestimentisviluppato dall’area. Il presidente degli industriali ha chiesto “l’istituzione di unFondo regionale unicoper le aree industriali”, e ha snocciolato alcuni numeri su quella di Catania. Le400 impreseinsediate danno lavoro a12 mila personee “muovono” complessivamente circa il15 per cento del Pilregionale. Gli investimenti “raggiungono quota1,5 miliardidi euro”, e la Zona economica speciale della Sicilia orientale, che include tutto l’insediamento produttivo etneo, “l’anno scorso ha attratto affari per300 milioni“. Leggi anche –Zona industriale Catania, profondo degrado. Le aziende sono inascoltate A ribadire la sovrapposizione di responsabilità tra diversi Enti sulla zona industriale, il sindaco di CataniaEnrico Trantino. “Parliamo diassessorato regionale al Territorio, Comune, Irsap, ex Area di sviluppo industriale, Arpa, Sidra, Asp, Consorzio di bonifica“. Il sindaco, che ha trattenuto la delega alla zona industriale, ha fatto il punto sugli interventi in atto, dalla rete idrica al tema dei reflui – su cui palazzo degli Elefanti ha messo in campo le prime azioni in sinergia con laSidraguidata daFabio Fatuzzo– dalla sicurezza alla pulizia. Problemi complessi, da fronteggiare conpoche risorse umaneed economiche. “Malgrado ciò cerchiamo di essere propositivi, proattivi, cercando di superare le criticità”. Il primo cittadino sottolinea un aspetto. “Ci piacerebbe poterci muovere come le aziende, ma noi abbiamo carenze dipersonalee quello inefficiente non possiamo licenziarlo come fate voi. Non cerco scuse, ma l’orizzonte per lasoluzionedei probleminon sarà di pochi mesi“. Leggi anche –Area industriale di Termini Imerese tra innovazione, 5G, e strade colabrodo Positivo il bilancio del commissario della Zes Sicilia OrientaleAlessandro Di Graziano.Sul fronte delle imprese “le autorizzazioni vanno avanti”, mentre rispetto al Pnrr “disponiamo di 60 milioni che saranno spesi entro l’anno, a partire dalcollegamentotra il porto di Riposto e l’autostrada“. Per il futuro serve un’accelerazione. “Bisogna passare da un elenco di problemi alla progettazione delle soluzioni”. Per il commissario questa è la premessa per ogni ragionamento, “anche per garantire gli investimenti attuali”. Di Graziano si è concentrato sulruolo della Zes. “Noi puntiamo anzitutto a realizzare uncollegamento stabile tra porto e Zona industriale,per limitare l’afflusso massiccio di auto sulla città, e poi lavoriamo a una piattaforma digitale per garantire latrasparenzae conoscere lo stato delle proprietà dei terreni e favorire le vendite”. Infine, secondo il commissario, la Zes dovrebbe valutare un investimento “sultrasporto pubblico,per immaginare una Zona industriale dove chi lavora non debba prendere per forza la macchina, riducendo il traffico”. Leggi anche –Le batterie industriali intelligenti che nascono nell’Etna valley di Catania Ad aggiungere alcuni elementi rispetto al ragionamento del presidente Schifani, gli assessori regionali alle Attività produttive e al Territorio,Edy TamajoedElena Pagana.“Negli ultimi sei mesi ilPil sicilianoè cresciuto dell’un per cento, in linea con i numeri del Paese”, hanno detto gli assessori, ricordando “i300 milioni erogatiper le imprese dell’Isola” e puntando l’attenzione sullaprogrammazioneeuropea 2021-2027, “da utilizzare anche per interventi sulle aree industriali”. Per i due assessori sono disponibili “tantissime risorse, traPo Fesr, Pon Metro, Pon Legalità, fondi extraregionali e patto per il Sud“. Denari che impongono “una task force con tutti gli uffici competenti”, in un’ottica di “semplificazionee sburocratizzazione, tra le priorità di questo governo”. Per Tamajo e Pagana negli ultimi mesi “c’è stato un cambio di passo”, ma occorre un impegno maggiore “per mettere gliimprenditoriin condizione di lavorare con più serenità”. Leggi anche –Zes Sicilia Orientale, sì ai “nuovi confini” e alla revisione dei codici Ateco Quanto all’Irsap,Istituto regionale sviluppo attività produttive, tra gli enti coinvolti nella gestione delle aree industriali siciliane, secondo il commissarioMarcello Gualdaniè in corso una ristrutturazione totale. “L’istituto era in una situazione critica, in pochi mesi siamo riusciti ad approvare ibilancie a pagare gliarretrati“. Sul fronte operativo, Gualdani rivendica il lavoro di “mappatura” dei prezzi dei terreni nelle nove province siciliane, “necessario per superare lefarraginositàdel sistema di vendita”. Inoltre l’ente sta sviluppano unapiattaforma informatica“per mettere in connessione le imprese, con la possibilità di utilizzare fino a 100 lingue, trasmettere idati, archiviare idocumenti, garantire lacybersicurezza“. Sempre rispetto all’innovazione, Gualdani ha annunciato un progetto per “l’installazione diantenne 5Gnelle aree industriali di Termini Imerese, Catania e Pozzallo, per dare alle imprese la possibilità di un salto tecnologico”.